biografia
Marina Apollonio nasce a Trieste il 12 novembre 1940, figlia del critico e docente di storia dell’arte contemporanea Umbro Apollonio.
Inizia la propria ricerca creativa stimolata dall’ambiente artistico familiare già dai primi anni Sessanta. Si focalizzerà sulla geometria e sulla psicologia della percezione indagando su aspetti visivi non usuali nel mondo dell’arte. Ha lavorato a Parigi nello studio di architettura Édouard Albert. Successivamente in Italia esegue i suoi primi rilievi in alluminio, utilizza colori fluorescenti, si dedica a disegni a china su carta e alle prime dinamiche circolari.
In sintonia con le ricerche dell’arte programmata e dell’optical-art, condivide e promuove l’idea di arte depersonalizzata e in contrasto con le correnti informali allora in voga.
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Nello stesso periodo entra in contatto con il Gruppo N, Gruppo T, Dadamaino e il GRAV di Parigi.
Ottiene visibilità e stima internazionale partecipando nel 1965 alla collettiva “Nova Tendencija 3“svoltasi presso la galleria Suvremene Umjetnosti di Zagabria.
Alla galleria Aktuel di Berna è tra gli esponenti della mostra “Aktuel ’65” e, nell’ottobre dello stesso anno, partecipa a “Works by Alviani, Apollonio, Scheggi” alla Galerie Smith di Bruxelles.
Nel 1968 conosce Peggy Guggenheim che acquisterà una sua opera esposta nella galleria Paolo Barozzi a Venezia.
Presenta i suoi lavori alla collettiva “Public Eye” presso la Kunsthaus di Amburgo.
Sempre nel ’68 realizza i dischi di animazione elettromeccanica intitolati Dinamica Circolare di cui pubblica un’edizione di multipli per il centro Duchamp.
Nel 1969 espone alla collettiva “Nova Tendecija 4” al Museo di Zagabria.
Nella seconda metà degli anni Settanta realizza un’opera in miniatura per il Museum of Drawers di Herbert Distel, per una raccolta di 500 lavori di artisti importanti, tra cui Picasso.
Nel 1981 si dedica alla tessitura presentando le sue opere in importanti gallerie.
Nel 2005 espone alla mostra “L’Oeil Moteur” al Museo d’arte moderna e contemporanea di Strasburgo.
Per la mostra “Op Art” alla Schrin Kunstahalle di Francoforte finalmente può realizzare il progetto risalente presentato alla mostra Neue Galerie di Graz negli anni Sessanta: un disco rotante di dieci metri di diametro intitolato Spazio ad Attivazione Cinetica 67-71/2007. L’opera-ambiente viene collocata nella rotonda interna del museo. In quest’occasione espone insieme agli esponenti storici dell’optical-art tra cui: Vasarely, Riley, Morellet, Le Parc, Gianni Colombo.
Nel 2013 partecipa alla mostra “Dynamo” al Grand Palais di Parigi.
Nel 2022 è presente alla 59ª edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia nella “capsula” tematica “Tecnologie dell’Incanto”.